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Maestra di sesso...di mio figlio


di belliedisponibili
25.04.2018    |    71.297    |    16 9.5
"Da una parte vorrei che fosse domani, dall’altra vorrei che il giorno del suo ritorno non arrivasse mai” “qui mi devi spiegare perché francamente non..."
Maestra di sesso…di mio figlio

A parte due piccoli problemi, si fa per dire, ho tutto per essere felice.
Ho 45 anni, tutti dicono di me che sono una donna affascinante, ho una professione appagante. Sono architetto di interni e collaboro con uno dei principali studi di architettura di Milano, non in regime di esclusiva, nel senso che eseguo per loro solo i lavori più interessanti e stimolanti.

Ho più di quanto occorra a me e mio figlio Luca per vivere agiatamente. Purtroppo ho anche un brutto carattere che mi ha portato 5 mesi fa alla rottura con un uomo stupendo, l’uomo della mia vita, Paolo 55 anni, avvocato. All’ennesima mia stronzata, mi salutò con un magnifico mazzo di rose gialle “abbi cura di te, per qualsiasi cosa, sappi che io ci sono”

Più volte nei giorni successivi fui sul punto di prendere in mano il telefono e chiamarlo, per chiedergli, ancora una volta, di perdonarmi. Un po’ per orgoglio, un po’ per il timore di un suo rifiuto, quella telefonata non la feci mai. Dopo due mesi vissuti nella depressione più profonda, cominciai ad accettare inviti a cena, da amici, colleghi, e clienti.

Purtroppo mi veniva spontaneo fare un confronto tra l’uomo con cui ero seduta al tavolo e Paolo, e il risultato era devastante. La personalità, la cultura, la simpatia di Paolo erano unici e inimitabili, senza contare il suo aspetto fisico, semplicemente affascinante. Mi consolo pensando che se il destino vorrà, prima o poi ci incontreremo di nuovo. Conseguenza di tutto questo è che sto vivendo, tutto sommato serenamente, 5 mesi di mancanza di sesso.

L’altro problema è mio figlio Luca, 22 anni. Intendiamoci Luca è il classico figlio perfetto. Bravo a scuola, sta facendo la tesi per laurea triennale in giurisprudenza. Si aspetta almeno il 110/110, spera nella lode. In casa abbiamo un rapporto magnifico, è affettuoso, collaborativo nelle piccole incombenze domestiche. Grande appassionato di musica spesso siamo a concerti assieme. In aggiunta è un gran bel ragazzo. Insomma un figlio che tutte le mie amiche mi invidiano. Il problema è che ho paura che abbia forti tendenze omosessuali.
Ha l’abitudine, da me molto apprezzata, di portare a casa amici e compagni. Mi trovo sempre di più a scrutare con apprensione i maschi non starà mica con lui? E con speranza le ragazze perché non si mette con questa che è cosi carina?

Con Paolo, la cosa generò qualche motivo di tensione innanzi tutto ti dico che non lo è, poi se anche fosse? Un genitore deve avere a cuore la felicità dei propri figli. Se la loro felicità dovesse passare da un rapporto omo, ebbene va accettato. Facile a dirsi se non è tuo figlio….

Luca da alcuni giorni passa dall’euforia più sfrenata alla depressione più cupa. Tra i suoi pregi, e non certo il minore, c’è la sua estrema disponibilità al confronto, mi racconta tutto, dei suoi amici so vita, morte e miracoli.
Non riuscire a capire mi stava avvelenando la vita. Una sera seduti davanti alla televisione, ero come è nostra abitudine, attaccata a lui. Gli misi una mano sulla spalla e attirandolo a me gli chiesi se doveva dirmi qualcosa.

Dopo una lunga serie di sospiri che mi lasciavano intuire la tensione che lo attanagliava, mi disse
“mamma sto con Laura”. Avrei lanciato un urlo di gioia, ma che dico mi sarei messa a gridare al mondo la mia felicità. Rapidamente mi ricomposi, cercai di controllare la voce e
“Laura, Laura?”
“ma sì, mamma Laura quella che conosci bene anche tu”
“ma tesoro è una notizia bellissima, sono felice per te..” Laura è una sua compagna di corso, brava e molto bella. E’ la classica ragazza moderna di buona famiglia, sempre molto ben vestita, secondo me, che sul tema non mi faccio mancare niente, le sue gonne sono un pochino troppo corte, e il seno un pochino troppo scoperto. Ne è perdutamente innamorato dall’inizio dell’università, tre anni orsono. Rifiato un attimo poi aggiungo
“ma non stava con quell’idiota, come si chiama?”
”Alberto, si proprio lui. L’altro giorno nella pausa di mezzogiorno siamo andati a mangiare un panino al parco. Ad un certo punto mi prende la mano e mi dice che è stata una sciocca a non vedere in me il ragazzo giusto. Poi, quasi mi fa piangere, dice che un ragazzo colto e sensibile come me non c’è, “e poi sei anche molto bello. So che sei innamorato di me, se non ti ho ferito troppo e potessi perdonarmi, mi piacerebbe che ci mettessimo assieme”

La felicità mi aveva trasformata in un blocco di ghiaccio. Appena mi ripresi gli chiesi come aveva reagito
“l’ho presa per mano, siamo andati dietro un cespuglio e ci siamo baciati” lo dice con un’aria truce, affranto direi. Lo allontano un attimo da me per guardarlo in faccia “amore è bellissimo, di cosa ti stai angosciando e poi perché non sei con lei, è venerdì.”
“parto dal fondo che è più facile, oggi è partita con i suoi genitori par passare la Pasqua con i nonni materni che sono pugliesi. Ritornano martedì dopo Pasqua. Da una parte vorrei che fosse domani, dall’altra vorrei che il giorno del suo ritorno non arrivasse mai”
“qui mi devi spiegare perché francamente non capisco, non vorrei che l’amore ti abbia fatto uscire di senno”

Passa un tempo immemorabile poi si decide
“quando ci siamo baciati al parco, dopo un attimo le ho messo una mano sul seno” e si ferma
“ma, cazzo Luca, scusami ma quando ce vo’ ce vo’ e allora dov’è il problema?”
“mamma, adesso ti rispondo, poi faccio una corsa a portare le dispense di procedura penale a Mario, poi ritorno, massimo tre quarti d’ora e mi prometti che riprendiamo il discorso.”
Capisco che mi deve dire una cosa terribile, le dispense a Mario sono una scusa, mi vuole far riprendere dalla schock, dio mio non sarà che quella stronza ha chiamato la polizia?
Con una grande sofferenza che gli attanaglia l’anima
“appena gli ho messo la mano sul seno, lei mi ha messo una mano….mi ha messo una mano….sulla patta dei pantaloni e…..e….. sono venuto!”
Le ultime parole le pronuncia a fatica, poi con un profondo sospiro si rilassa, si è liberato dal peso! A me verrebbe da ridere, e che problema è?
La butto sul ridere anche se con tono serio
“si è sporcata la mano? Si è macchiata il vestito?”
“Mamma, cazzo, e non dirmi che con la mamma non si usano certe parole” sta quasi urlando
“hai capito benissimo, non mi ha toccato il…il…pene, sono venuto nelle mutande” Beata gioventù mi viene da pensare, ma è normale…..insomma proprio normale a 22 anni, forse no. Rimango in silenzio
“mamma mi devi aiutare..”
“certo bambino mio, ma come?”
“senti ho letto molto sulla eiaculazione precoce, stanotte praticamente l’ho fatta in bianco, un articolo in internet sostiene che in età giovanile, se succede, non è necessariamente indice di problemi duraturi. In genere con la conoscenza del corpo femminile, persa l’eccitazione della prima volta, il fenomeno rientra”

Sono basita e atterrita, comincio a vedere e temere dove vuole arrivare.
“Sì certo, non mi ricordo ai miei tempi come fu, ma credo che quello che hai letto sia corretto, e non vedo dove stia il problema, farai anche tu il tuo percorso”
“mamma continui a far finta di non capire, ti ho raccontato a suo tempo, che Laura è stata due anni con Alberto e sai bene chi è questo stronzo maledetto. Sai, sono molto imbarazzato, come mai in vita mia, ma mamma vorrei che in questi dieci giorni che mancano al suo ritorno tu.. tu… tu…facessi di me un amante perfetto. Ora vado, ci vediamo tra poco, e riprendiamo il discorso.” Non esce di casa, fugge!

Sono disperata, per attimo mi ha fatto vedere il paradiso, poi mi ha ricacciato nell’inferno. Ho capito cosa vuol dire “fai di me in questi 10 giorni un amante perfetto”.

Ma si rende conto sono sua madre!!! Sono in trance, mi sforzo di essere lucida. Inevitabilmente ricorro all’espediente molto usato in questi ultimi 5 mesi se Paolo fosse qui con me, cosa mi consiglierebbe? Poi con terrore ricordo una frase di Paolo, che pronunciò discutendo di questo problema credimi oggi è niente, è normale che i ragazzi nell’età in cui l’identità sessuale non è ben definita, abbiano degli sbandamenti. Poi trovando una ragazza normale tutto si sistema, certo sarebbe rischioso se si mettessero con una molto più smaliziata di loro. Potrebbero esserne castrati e imboccare la strada più facile…non credo sia il nostro problema...Luca è così timido che sicuramente si metterà con una ragazzina molto più giovane di lui e imbranata almeno quanto lui e cresceranno assieme.

Ahimè non era andata così, questo Alberto, l’ex di Laura, è il classico sciupafemmine, bella macchina, sempre ben vestito, aria sicura, sorriso stampato in viso. Luca mi raccontava che passava da una compagna all’altra con grande facilità, sicuramente, in due anni figuriamoci, avrà fatto conoscere a Laura tutte le sfumature del sesso. Lei non è certo una ragazzina inesperta. Sono confusa, ma che dico, sono distrutta.
Mi butto in vasca da bagno, come faccio sempre quando devo pensare. Non riesco ad essere lucida, ad esaminare in maniera distaccata il problema come mi aveva insegnato Paolo.

Certo, maledetto stronzo, quando ho bisogno di te come mai prima, non ci sei. Mentalmente mi scuso con Paolo, per avergli dato dello stronzo. Poi mi ritorna a mente un’altra sua frase noi genitori siamo egoisti nei confronti dei nostri figli, fintantoché possiamo vantarne le qualità con amici e parenti, tutto va bene. Quando invece dovremmo aiutarli a superare le inevitabili difficoltà, ci eclissiamo. Ci piace pensare che le difficoltà fortifichino il carattere e poi, dai, qualche zoccolata sui denti aiuta a crescere, ci piace egoisticamente pensare. Non è così che funziona, concluse, il genitore resta tale fino alla tomba. Il suo aiuto, il suo consiglio non può mai venir meno.

Ecco, io ora ero la genitrice che Paolo disprezzava, perché avevo deciso che non mi potevo trasformare in nave scuola, solo perché mio figlio me l’aveva chiesto.
Non potevo? Perché? Ma come perché, è una cosa contro natura! Ma è veramente così?
Sempre Paolo una volta, dio mio Paolo, Paolo dove sei amore mio ho bisogno di te come mai prima! Mi sentivo avvampare il viso dio mio ho la febbre. Sono in trance, incapace di mettere assieme un pensiero con un minimo di logica. Con un gesto meccanico allungo la mano e prendo il depilatore, comincio a passarmelo scrupolosamente sulle gambe. Quando realizzo quel che sto facendo mi spavento cazzo mi sto comportando come se dovessi uscire con un amante! Voglio smettere, ma non ci riesco, la testa vorrebbe che smettessi, la parte più profonda di me mi spinge a proseguire. Con la pinzetta tolgo i peli intorno al pube che in quegli ultimi mesi erano cresciuti.
Mi consolo pensando che non lo stavo facendo per mio figlio, in settimana sarei uscita con il primo che mi fosse capitato a tiro. Paola che diavolo ti stai inventando, tu vuoi fare sesso con tuo figlio. No, no, non è possibile non sono così traviata!

Finalmente esco dal bagno, mi butto sulle spalle un accappatoi che allaccio in vita, torno in soggiorno appena in tempo, Luca stava entrando in quel momento. Mi guarda, mi sembra imbarazzato, io non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.
“Mamma salgo in camera a portare le dispense, non andare via.” Sento delle vivaci imprecazioni, appena arriva sulle scale, con voce molto adirata
“Mamma non mi hai acceso il condizionatore” faccio fatica a connettere, che centra il condizionatore, con i problemi che ho…..

La camera di mio figlio è in mansarda. Il caldo è scoppiato all’improvviso, sembra di essere a giugno inoltrato, e in mansarda fa caldo.
“Va bene Luca, mi dispiace. L’hai accesa?”
“Ma no, sai che con questo caldo ci vorrebbero almeno due o tre ore”
“Scusa Luca hai ragione, sai non che è la mia mente sia presente…..comunque sia dormi con me, non sarebbe la prima volta. E poi se dobbiamo parlare meglio in camera che qua”

Era normale, prima che Paolo entrasse nella mia vita, che lui dormisse con me. D’estate perché la mia camera è più fresca, d’inverno perché è più calda. In aggiunta fino al liceo, quando potevo ancora seguirlo, il ripasso scolastico lo facevamo a letto. Beninteso ognuna dalla propria parte. Non ricordo in tanti anni che ci si fosse mai sfiorati con un dito.
Entrati in camera mi si pone un problema assai delicato. Paolo mi aveva convinto ad andare a letto nuda, alle mie rimostranze ma fa freddo mi aveva risposto ridendo, son abitudini nate da bambina, guarda te lo dimostro era andato a prendere un termometro che tengo in soggiorno e l’aveva messo sotto il piumone. Dopo un po’ l’aveva tirato fuori vedi segna 28 gradi. D’state quando in casa ci sono 25/26 gradi come ti vesti, si fa per dire? Sei praticamente nuda….Il mio abbigliamento in casa era stato fonte di vivaci discussioni con Paolo. Sosteneva che il mio abbigliamento era inappropriato sei nuda, anzi di più, quel poco che ti metti addosso non solo non copre niente, ma esalta la tua bellezza, il tuo sex appeal, con un ragazzo che gira per casa non mi sembra il caso. Ma stai parlando di mio figlio, sei matto? Guarda che le prime pulsioni sessuali un ragazzo le scarica sulla madre. Comunque fai come ti pare, appunto è tuo figlio.

Ora, in questo momento dovevo cambiare atteggiamento? Decisi rapidamente per un piccolo compromesso, mi sarei messa addosso una delle magliette bianche di Paolo che erano rimaste nel mio armadio, sufficientemente lunghe da arrivare sotto il pube. Mi tolgo l’accappatoio, sotto sono nuda, lui è dietro di me, sento i suoi occhi sulla mia pelle. Rapidamente mi metto la maglietta e mi infilo sotto il lenzuolo. Nel movimento la maglietta si è alzata, la percezione che ho sulla pelle mi fa capire che copre solo parzialmente il pube. Lui è in piedi dall’altra parte del letto, a parte i boxer è nudo. E’ da molto tempo che noto che il pigiama stirato che gli lascio ai piedi del letto, non lo usa. Bene anche lui non ha cambiato abitudini.
Finalmente entra sotto il lenzuolo, Dopo un paio di minuti di silenzio imbarazzato
“Fa caldo anche qui” e fa scivolare il lenzuolo sulle gambe.
Ora sono sicura, con la coda dell’occhio ho visto che la maglietta è in vita e il mio pube è completamente scoperto. Il quel momento mi sovviene un’altra frase di Paolo guarda che nel sesso, anche in quello estremo, non c’è niente di sporco. E’ nella nostra mente che si annidano i virus. Liberatene, e il sesso sarà solo gioia e liberazione. Questo ricordo è liberatorio, sì avrei fatto tutto quello che potevo per soddisfare le esigenze di mio figlio! Solo per lui? Mi mormora la vocina. No, coscienza del cavolo, lo faccio perché è giusto, ma anche perché mi attira molto l’idea.

Entrambi siamo rigidi e al proprio posto, distanti l’una dall’altra. Sono io che devo prendere l’iniziativa. Mi giro su un fianco verso di lui e gli prendo la mano che tiene di fianco al corpo. Me la stringe molto forte, è teso oltre che eccitato. Timidamente muove l’altra mano e me la appoggia sul fianco. Nel frattempo ci siamo impercettibilmente avvicinati. Gli prendo la mano e l’appoggio sulla mia natica. Poi comincio ad accarezzarlo in viso, come si fa con i bambini.

Appoggiata su un fianco lo guardo, lui avverte i mio sguardo e si gira anche lui sul fianco. Ora siamo molto vicini. Non so come sia successo, l’ho cercato? È stato un movimento spontaneo? Non lo so.
Sta di fatto che le nostre bocche si sfiorano, metto da parte tutte le remore che ancora mi attanagliano e lo bacio.

Per un attimo lo sento smarrito, incerto. E’ un attimo, poi reagisce con violenza, sembra voglia strapparmi la lingua di bocca. Reagisco, quel bacio mi sta trapanando l’anima. La sua mano lentamente sta scivolando in mezzo alle mie gambe, non faccio nulla per impedirglielo. Mi faccio coraggio e abbatto l’ultima barriera della decenza e del pudore, allungo la mano sui suoi boxer.

Non sento nessun movimento, dopo un secondo realizzo che non è possibile, mi sembra già completamente in erezione. Mi metto in ginocchio sul letto e gli faccio scivolare i boxer alle caviglie, lui scalcia un attimo e se ne libera. Lo guarda e mi viene spontaneo
“dio mio, la tua mamma è stata molto brava, ti ha dotato di un attrezzo niente male, ma che dico, fuori dalla media”
“Dai mamma non scherzare dimmi la verità, come sono? Sai anche questo è un problema per me” scoppio a ridere, mi guarda dubbioso
“Senti bambino mio, ora non ho la minima intenzione di alzarmi, se vuoi dopo facciamo una cosa un po’ ridicola, ma che tutti i maschi fanno, lo misuriamo” questa volta è lui che scoppia a ridere
“se è per questo ti evito il fastidio, non hai idea di quante volte mi sono misurato”
“e….”
“e cosa..”
“Beh prima che tu risponda direi un 20 forse anche 22 cm”
“Mamma si vede che hai occhio, sono 21 cm”
“Bene questo è un problema superato sei quello che viene definito un super dotato” è visibilmente soddisfatto, io nel frattempo non smesso un attimo di toccarlo sui testicoli, senza dimenticare un delicato massaggio allo scroto.
Sono eccitata, mi metto in ginocchio, allargo bene bene le gambe e comincio a massaggiargli il glande con la lingua. Quando credo che sia pronto, me lo metto in bocca e comincio a succhiarlo, dopo pochissimo un urlo lacera l’aria
“No….no…” è stravolto: assieme alle parole un fiotto incredibile di sperma mi riempie la faccia, sono tutta piena del suo sperma.
“Ecco vedi, non ci riuscirò mai” la sua faccia è un funerale
“bambino mio non ti devi preoccupare, ci sono io e abbiamo tanto tempo…”
E’ distrutto, si avvicina a me e mi mette la testa sulla spalla. Lo stringo forte. Rimaniamo fermi in quella posizioni. Dopo un attimo sento che qualcosa si muove sul mio ventre, mi discosto da lui per verificare. E’ di nuovo pronto
“Vedi non ci sono solo inconvenienti nelle eiaculazione precoce, sei già pronto, se fossi durato di più, ci sarebbe voluto più tempo” dalla sua faccia mi pare che l’argomento non abbia fatta presa.
Lo masturbo per un attimo, è subito duro. Ho troppa voglia, tutti i discorsi fatti, l’accenno di sesso orale, mi hanno portato ad un livello di eccitazione molto alto. Mi metto a cavalcioni, lo prendo in mano e me lo metto dentro. Sono un pochino titubante ad infilarmelo tutto dentro. Devo essere un lago, sento che entra senza nessuna resistenza. Inizio a cavalcarlo, dopo poco con il suo affare ben piantato dentro di me, comincio dei lenti movimenti circolatori, mi piace farmi massaggiare le pareti vaginali dal mio uomo.
“No, no, non così godo troppo…oddio sto venendo, cazzo sto venendo ancora” nel tono della sua voce c’è una vena di disperazione. Mi sarei maledetta, brutta stronza sei tu al servizio del tuo bambino, o lo stai usando per recuperare l’arretrato? In quel momento giurai a me stessa che non avrei più fatto un errore del genere.

“Tesoro sei stato bravo, sei durato più di prima, vedrai che in pochi giorni sarai un grande amante. Adesso dormiamo che domani abbiamo una giornata molto dura”
Accompagnai la battuta con una sonora risata. Dopo un attimo dormiva tra le mie braccia. Io al contrario non riuscivo a prendere sonno. Ormai i miei dubbi li avevo superati, ero io che non andavo, avevo una voglia pazzesca. Pensai di tirar fuori dal cassetto il mio dildo preferito, andare in bagno e sfinirmi con l’auto erotismo. Arrivai alla conclusione che non avrei risolto nulla, sì per un attimo avrei avuto pace, dopo un attimo sarei stata al punto di prima, se non peggio.
Con Paolo, quando era in viaggio, avevamo preso l’abitudine la sera di masturbarci al telefono. Ci chiamavamo su Skipe io andavo in bagno dove avevamo posizionato un supporto per il telefonino che mi consentisse di avere le mani libere.

Le parole che ci scambiavamo ci eccitavano da matti. Io mi allargavo con due mani, poi mi introducevo tre o anche quattro dita dentro. Dopo un po’ sostituivo le mani con il mio dildo preferito. La conclusione era sempre quella, ad un certo punto quando eravamo quasi pronti a venire, mi giravo, mi mettevo con le gambe oscenamente aperte e dopo essermi ben bene preparata dietro, mi introducevo il dildo.
Il primo che urlava agevolava l’orgasmo dell’altro. Il piacere era spinto anche dalle frasi sconce che ci scambiavamo. Al suo sei una gran troia seguiva immancabilmente il mio no, non sono una troia, sono una cagna in calore, la tua cagna. La sera dopo quando arrivava ci strappavamo i vestiti sulle scale.
Alla fine anch’io mi addormentai, le emozioni del giorno mi avevano stremata.

...segue
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